Eppure può succedere che i ragazzi scelgano liberamente di fare Euritmia

La settimana scorsa è iniziato un corso di Euritmia rivolto ai ragazzi adolescenti che hanno frequentato la nostra scuola, ma non solo.
Possono partecipare tutti i ragazzi che vogliono alternare a un lavoro intellettuale, che si svolge nella scuola, un lavoro che faccia emergere le qualità artistiche racchiuse in loro stessi, che continui a sviluppare un rapporto sociale fra di loro e che possa dare vita alle qualità racchiuse nelle poesie e alle varie atmosfere e colori presenti nella musica.

È stato bello rincontrarli, rivederli in un’atmosfera in cui non sono più la loro maestra di scuola, ma siamo uniti dalla voglia di lavorare con l’euritmia. Devo dire che in queste situazioni mi “gaso*” sempre tantissimo, perché mi emoziona lavorare coi ragazzi giovani che mettono la loro disponibilità e la loro voglia nel lavoro euritmico.
Insegno a Milano nella Scuola Rudolf Steiner ormai da dodici anni.
La X e la XI sono classi sempre impegnative, perché i ragazzi in queste classi devono ancora entrare dentro a se stessi per percepire i loro movimenti coscientemente e portarli a manifestarsi con presenza interiore.

In effetti, nel processo evolutivo del giovane l’armonia di crescita e di sviluppo che troviamo nell’ VIII classe, si rompe: gli arti continuano a crescere, chi finora era ancora piccolino si allunga e dal bambino si dischiude il ragazzo, la ragazza.
Sono ragazzi sicuramente acerbi e insicuri di loro stessi, hanno ancora bisogno di toccarsi, di fare giochi materiali; faticano a immergersi in se stessi per eseguire esercizi di concentrazione e di padronanza.
Faticano a esprimersi e a manifestare esteriormente il loro mondo interiore, infatti nell’anno della IX classe si lavora nel manifestare il riso e il pianto, quelle dualità che vivono nelle loro anima.
Nel linguaggio corrente si dice sui ragazzi di questa età che “non sono né carne né pesce”, perché in effetti devono ancora percepirsi, devono pian piano raggiungere l’armonia dell’uomo vitruviano di Leonardo, che è il tema basilare della X e dell’ XI classe.

È un lavoro lungo e faticoso arrivare a comprenderli, ad accoglierli, a farli uscire da quella pigrizia interiore che manifestano.
Per me è sempre una sfida cercare l’incontro con loro, immergermi in quella classe e capire di cosa hanno necessità; questo vale per una classe intera, ma anche per un singolo ragazzo/a: cosa posso fare per arrivare a lui/lei? In questo corso, invece, mi trovo con un gruppo di ragazzi disposto a lavorare, perché tutti capiscono il linguaggio euritmico e ciò che ha da insegnare. Questo mi entusiasma, vedere i loro sorrisi e, nei momenti in cui non riescono a fare un esercizio, scoprirli concentrati nel provare e riprovare.

Scegliere insieme a loro i brani da fare, avere dei progetti da realizzare insieme con la forza della loro energia prorompente, anima di nuova forza il mio essere e mi porta ad affrontare le varie prove della vita, rigenerata ed entusiasta.

*termine bolognese per indicare uno stato di euforia.

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