Racconti d’autunno

 

 

 

 

 

Maestro Stefano
II Classe

Quanto tempo, qual buon vento
Finalmente è giunto il momento
di ritrovarci tutti siam pronti
tra sorrisi e racconti.
Il maestro è lieto di annunciare
due nuovi angeli vede svolazzare
con gioia e unione nel corale.
Il loro nome assai esemplare
ci fa sempre ricordare
che il rispetto devo avere
di Madre Natura e il suo potere.
Vedo un talento naturale
per i giochi a spirale.
Fieri e forti sono i Santi
devoti, prodi e valenti
con vicende sorprendenti.
Il silenzio, è un gran piacere!
con lui le forme meglio possiam vedere.
Gli animali per noi sono i migliori confidenti
ne conosciamo più di venti
Ma la pace più profonda
la troviamo con le avventure in Irlanda.

Maestra Stella
III Classe

Eccoci arrivati in terza classe! Se la seconda ha fatto un po’ da ponte, sul quale ci siamo anche rilassati ad ammirare il paesaggio circostante, ora ci aspetta un anno molto impegnativo, ricco di impegni e nuove avventure.
La principale caratteristica della terza è data dal passaggio biografico dei bambini che la compongono, il famigerato “Rubicone”: i bambini tra i 9 e 10 anni attraversano -da qui il termine Rubicone- un’importante trasformazione interiore. Il bambino non è più un tutt’uno col mondo esterno, non vive più nel solo sguardo devoto verso l’educatore e l’adulto in genere, ma inizia a guardarsi dentro, a percepire se stesso e, al contempo, a guardare fuori di sé con occhi nuovi. In questo
suo riscoprire il mondo, nasce spontanea la domanda sulle proprie capacità e sulle proprie forze, sul proprio stare al mondo e nel mondo.
Il bambino si allontana progressivamente dal mondo celeste e, “scendendo” verso la terra, a essa si interessa. Ecco che il piano di
studi risponde in modo esemplare a questo movimento. Oltre alle epoche già affrontate di aritmetica italiano e disegno di forme,
vedremo inserirsi la grammatica, la geografia, l’epoca sulla Genesi e la recita.
L’anno sarà caratterizzato, in particolare, dalle attività esperienziali legate agli Antichi Mestieri, a ciò che gli uomini possono creare e fare. Questo, oltre a far vivere ricche esperienze, porterà ulteriori domande sulla propria esistenza e sul mondo che ci circonda. Nel pratico, possiamo raccontare che fin dai primi giorni di scuola ci siamo immersi in attività rurali legate al mondo della pastorizia e della coltivazione. I bambini hanno dapprima lavato, cardato e filato la lana e scoperto, solo in un secondo tempo, il magico mondo della tintura.
Con grande gioia abbiamo potuto vendemmiare nel vigneto della scuola -ringraziamo per questo tutte le persone che hanno contribuito, affinché questo progetto potesse essere realizzato- abbiamo poi pigiato l’uva appena raccolta, sperimentando con
gioia e diletto il solleticare dei graspi sotto i piedini ben lavati per l’occasione.
E quante braccia valorose si sono poi alternate al torchio per continuare nel lavoro di spremitura. Profumi, colori, area giocosa e
laboriosa al tempo stesso ..e che produzione!
Non avremmo mai immaginato di poter produrre così tanto succo d’uva. Nei giorni seguenti abbiamo disegnato le etichette per
tutte le nostre meravigliose bottiglie, che durante la notte erano state messe a bollire per la sterilizzazione in un grande recipiente
sopra un bel fuoco.
Passata l’epoca della vendemmia, ora ci aspettano i campi, il terreno è stato pulito, falciata e rastrellata l’erba.
Il vomere, tirato con la forza di ognuno, ara la terra, la apre, la gira e l’arieggia. Tutto è pronto per la semina: i chiccolini di grano,
tramandati di classe in classe, sono messi a dimora nel cuore della terra. Staranno a riposo, finché a primavera doneranno
verdeggianti germogli, ma di questo vi racconteremo…

Maestro Sergio
IV Classe

Quest’anno inizia all’insegna del nuovo: una nuova aula, nuovi maestri e l’incontro con un nuovo compagno.
Il processo di inclusione e accoglienza è tutt’altro che lineare e scorrevole e richiede un buon lavoro da parte del maestro e del gruppo classe per vincere ostilità repentine che scoppiano all’improvviso e mettono a nudo paure e fragilità di fondo, altrimenti nascoste.
Il cambiamento che rompe gli schemi e porta scompiglio negli equilibri consolidati, ci aiuta a crescere e trasformarci. Non senza fatica e pianti, ma anche con gioia e calore. Come il grano, che abbiamo raccolto a scuola a luglio e che abbiamo macinato al Vecchio Molino delle Ville di Corsano in questo inizio d’autunno. Prima lo abbiamo passato in un antico svecciatoio per separarlo da pula e impurezze e quindi – una mole contro l’altra, pietra su pietra – con paziente lavoro di braccia per ruotare la macina antica, lo abbiamo trasformato in serica polvere vellutata… ecco che dai chicchi è sprizzata farina novella! La vaglieremo con un setaccio una volta rientrati a scuola, com’è fine e impalpabile!, come profuma. E già sogniamo la focaccia e la torta che ne nasceranno. Infatti saranno la nostra gustosa merenda sulla Montagnola, durante una lunga camminata da Pievescola fino alla
Pieve a Molli. Così, dopo un primo esame del nostro territorio dal tetto della scuola, ora ci avventuriamo proprio fra boschi e dirupi, giacimenti di marmo e antiche pievi sulle orme del fiume Elsa… ed è già Geografia!

Maestro Francesco
V Classe

Come corona che cinge la testa,
sono le Alpi, lassù, che fan festa.
Come le gambe sorreggono il tronco,
sgambettano calde le terre giù in fondo.
Nel centro, pulsante, è il cuore d’Italia,
tra boschi, tra piante, la gente è assai gaia. Ed
eccola tutta l’Italia ridente:
un punto nel mondo, di cuore lucente.
…una viva immagine dell’Italia predispone i nostri animi ad accogliere anche quanto è meno vivo come i confini politici di regioni e province, i nomi di capoluoghi, di montagne, pianure, mari o isole. Così la quinta classe sta imparando ad osservare e interessarsi ai territori, con le loro caratteristiche fisiche e politiche e ad intuire le attività dell’uomo che abita questi ambienti. E di nuovo impariamo a categorizzare e suddividere queste attività in settori e riconoscere nei settori il lavoro dei nostri genitori… ed io? Che lavoro farò da grande? …questa la domanda del prossimo tema da scrivere in classe! Tra dentro e fuori ci muoviamo e impariamo a destreggiarci in questa osservazione del mondo fuori e del mondo entro noi stessi… cominciamo a lavorare su questi confini, per conoscerli, rispettarli e, chissà, un domani… superarli!

Maestra Astrid
VI Classe

“Settembre andiamo.
È tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendon all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.”
Un angolo azzurro illuminato da splendide fanciulle: questa è la classe sesta, a nuovo vestita. Svolazzi di vesti fiorite, lunghe gambe saltellanti, sguardi sereni, allegre risate… E poi, silenzio. Durante l’epoca di disegno geometrico udiamo soltanto il fruscio dei fogli e il rumore delle matite sulla carta. Si fa presto così a diventare amici di riga e compasso! Fanciulle curiose, le alunne di sesta si dilettano con la grammatica, con la poesia e con la polifonia. Fanciulle forti, le alunne di sesta impugnano con decisione zappe e badili e affondano le dita nella terra. Ognuna di loro ha adesso un orticello da curare con amore e arricchire di nuove piantine. Novelle osservatrici, le alunne di sesta sono ora impegnate a indagare l’antico mistero di rocce e minerali della nostra amata terra. Quanti segreti meravigliosi dovranno ancora scoprire! E chissà, forse presto vi racconteranno di un luogo fatato, laggiù nelle Marche…

Maestro Sergio
VII/VIII Classe

L’ottava inizia l’anno in gita pedalando lungo il Danubio. L’emozionante benvenuto ai bimbi della prima classe e al maestro Alberto si era appena concluso e i ragazzi di ottava erano già in fibrillazione per parlare dell’organizzazione della loro gita che iniziava quella sera stessa di venerdì 20 settembre. Ognuno aveva preparato la sua bicicletta e le sue borse con l’essenziale per un viaggio di 300 km lungo la regina delle ciclovie d’Europa, la Donauradweg, che collega Passau a Vienna. L’emozione era forte e l’entusiasmo contagiante.
Questa sensazione di avventura ha accompagnato i ragazzi nei 9 giorni di pedalata lungo il fiume Danubio, attraversando boschi, villaggi e città meravigliose.
I ragazzi hanno vissuto un’esperienza unica, durante la quale la forza di volontà e il coraggio per superare tutti gli ostacoli di un viaggio in bici+tenda sono stati il loro pane quotidiano.
Il ritmo del cicloviaggiatore alla scoperta di un paese straniero è entrato a far parte di loro già dal secondo giorno, appena superate la prima notte gelida in tenda e la pioggerella che insisteva ad accompagnarci.
L’incontro con le ottave di Prato e di Palermo ha arricchito l’esperienza, creando una piccola comunità di viaggiatori che tra una pedalata e l’altra condividevano gioie e dolori, stabilendo un rapporto speciale con la natura, con i vecchi e nuovi compagni, con i maestri e con la loro bicicletta, questo nuovo mezzo di trasporto che è stato il loro fedele compagno di viaggio.
Mentre l’ottava scopriva monumenti, pedalava tra i giardini e si stupiva nei meravigliosi musei di Vienna, alla scoperta di quello che fu l’impero austriaco, e iniziando così l’epoca di storia, la settima era a scuola con la maestra Isabella e riprendeva lo studio della lingua italiana…

Maestra Isabella
VII e VIII Classe

La settima inizia l’anno pedalando lungo le sponde dell’analisi logica… appunto… mentre i ragazzi di ottava sudavano pedalando sulle rive del Danubio, i ragazzi di settima (che ho trovato cresciuti e più maturi e saldi!) sudavano addentrandosi nell’analisi logica, tra le solide sponde di soggetto e predicato… Ma è stato il nostro amato Pascoli a inneggiare con noi all’inizio di questo anno scolastico, con la sua Alba, augurio fraterno a un anno fruttuoso di «pace e lavoro», che vogliamo qui condividere con tutti voi.

Alba
di Giovanni Pascoli

Odoravano i fior di vitalba
per via, le ginestre nel greto;
aliavano prima dell’alba
le rondini nell’uliveto.
Aliavano mute con volo
nero, agile, di pipistrello;
e tuttora gemea l’assiolo,
che già spincionava il fringuello.
Tra i pinastri era l’alba che i rivi
mirava discendere giù:
guizzò un raggio, soffiò su gli ulivi;
virb… disse una rondine; e fu
giorno: un giorno di pace e lavoro,
che l’uomo mieteva il suo grano,
e per tutto nel cielo sonoro
saliva un cantare lontano.

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